A un secolo dall’avvio bonifica “Biscia, Chiodo e Prandona”, la pubblicazione voluta dal Consorzio di bonifica Oglio Mella ripercorre la storia del governo dell’acqua nella pianura occidentale bresciana con uno sguardo alle nuove sfide
Nel 1922 si avviavano lavori della bonifica “Biscia, Chiodo e Prandona” destinata a cambiare il volto di un pezzo di pianura bresciana tra Azzano Mella, Lograto, Maclodio, Mairano e Torbole Casaglia. Con un libro appena pubblicato, il Consorzio di bonifica Oglio Mella ha voluto recuperare la storia, le vicende e i protagonisti di quest’opera che si inserisce nell’epopea della bonifica moderna italiana di cui quest’anno si celebra il centenario del congresso fondativo di San Donà del Piave. Quella raccontata nel volume Per vincere lo sterminato disordine di acque – Cent’anni della bonifica bresciana “Biscia, Chiodo e Prandona”, edito da Liberedizioni (152 pagine, 40 euro), è una storia dentro la Storia delle grandi trasformazioni territoriali che hanno contribuito allo sviluppo civile ed economico di larga parte del Paese.
Marcello Zane, che ha curato la pubblicazione, nel lungo capitolo iniziale ripercorre, grazie all’intero archivio oggi conservato dal Consorzio di bonifica Oglio Mella, le vicende del Consorzio di bonifica Biscia, Chiodo e Prandona dalla sua fondazione nel 1921 sino agli anni ‘90. Un dipanarsi di successi, arretramenti, difficoltà e rinascite che hanno contraddistinto l’affermarsi anche nella nostra provincia del ruolo del sistema consortile nella difesa idraulica e nell’irrigazione collettiva. Questo sullo sfondo del primo dopoguerra e del Ventennio fascista tratteggiato da Maria Paola Pasini, storica e docente bresciana, nel suo intervento dedicato al ruolo delle bonifiche tra Ottocento e Novecento nelle campagne bresciane. Corredano il libro le fotografie realizzate dallo Studio Negri durante i lavori negli anni Venti, oltre agli scatti di Francesco Radino, il noto fotografo milanese recentemente scomparso.
Ma il libro del Consorzio guarda anche all’attualità e alle prospettive del territorio e del governo delle acque nella pianura bresciana. In un capitolo, Antonio Rubagotti – urbanista “condotto” come da sua stessa definizione – offre alcuni spunti sulle prospettive di valorizzazione del paesaggio agrario tra Mella e Oglio. E in questo contesto di acque, Mario Di Fidio, noto ingegnere idraulico e autore di numerosi manuali tecnici, insieme a Claudio Gandolfi che insegna ingegneria idraulica all’Università statale degli studi di Milano, guardano alle risorse idriche e irrigazione con un excursus tra vecchi problemi e nuovi scenari.
Conclude il volume la postfazione di Cesare Dioni, direttore del Consorzio di bonifica Oglio Mella, ente che oggi continua l’azione dell’ex Biscia, Chiodo e Prandona raccogliendone l’eredità e le nuove sfide.